“Yoga è unione.

Unione del corpo con la coscienza e della coscienza con l’anima.

Lo yoga coltiva la capacità di mantenere un’attitudine equilibrata nei confronti della vita quotidiana arricchendo e migliorando ogni nostra azione.”

 

Swami Sivananda

 

 

LO YOGA DI PATANJALI

Sono certa che, ognuno di noi, quando esce la mattina di casa per andare al lavoro e si trova catapultato dal letto al traffico caotico cittadino, abbia pensato che la vita corre troppo velocemente. Sembra di annaspare, di arrivare a fine giornata sempre col fiatone.

Ecco in realtà, non sembra, è proprio così!

Vogliamo tanto, tutto, sempre di più, per noi e per chi ci sta intorno. Così, non ci accorgiamo di essere bombardati da stimoli visivi e sonori continui che a mano a mano si insinuano in maniera subdola all’interno della nostra mente, facendosi spazio per andare più in profondità anche nella nostra anima.

Il risultato è una mente in continuo movimento che disperde un’enorme quantità di energie necessarie per far fronte a tutto, senza tregua, con pensieri che si susseguono in un moto perpetuo.

Così, ecco che compare l’ansia, la tachicardia, la pressione alta, il mal di schiena, il mal di stomaco e chi più ne ha….

Uno dei testi più importanti dello yoga, l’Hathayoga-Pradipika, spiega che in ogni individuo c’è il desiderio di affrancarsi da una vita di dolore causato da un ciclo perpetuo di nascita, vita, morte e rinascita. Questo ciclo viene chiamato Samsara. Ogni azione è gravida di conseguenze che si vedranno nel tempo: un’azione genera un’altra azione seguendo una legge di causa e effetto, il Karman. Il mezzo e il fine della ricerca, per affrancarsi dal Samsara e smettere di soffrire è lo yoga, il cui scopo finale è superare la dicotomia tra Sé individuale e Sé universale.

In altri termini, ciò che procura dolore è la perdita del contatto con noi stessi e poi con il resto dell’Universo. Facciamo fatica a occuparci della nostra parte più profonda e spirituale: non ci sentiamo più parte di un tutto, ma solo singoli elementi di un nucleo in via di dissoluzione.

Un saggio di nome Patanjali, vissuto intorno al II secolo a.C., mise per iscritto tutto ciò che fino allora apparteneva a una tradizione orale: così scrisse i Sutra, 196 versi in cui spiega la filosofia dello yoga, illustrando come, con procedimenti e metodi pratici, si può giungere a esplorare la profondità della mente ed elevare, di conseguenza, il proprio livello di coscienza.

Tramite la pratica dello yoga, secondo Patanjali, l’essere umano può raggiungere la libertà.

Lo yoga di Patanjali viene definito anche Raja Yoga o yoga della mente, dal momento che, colui che pratica l’esplorazione del proprio mondo interiore – attraverso gli 8 passi da lui descritti – può arrivare ad eliminare “le fluttuazioni della mente” e così raggiungere la pace.

Lo yoga degli 8 stadi o Ashtanga yoga prevede:

 

  • Yama e Nyama, 10 regole di comportamento e di stile di vita per chi pratica lo yoga.
  • Asanal, le posizioni.
  • Pranayama, controllo del respiro.
  • Pratyahara, il ritiro dei sensi all’interno.
  • Dharana, lo stato di concentrazione.
  • Dhyana, la meditazione.
  • Samadhi, lo stato di profonda concentrazione dove non c’è più differenza tra colui che medita e l’oggetto meditato

 

Cominciate a essere curiosi? Vi sta venendo voglia di provare? Spero di si, perché nel prossimo articolo entreremo nel vivo della pratica andando ad esplorare le asana (posizioni).

 

A presto,

Om,

Sara Amoriello.

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